L’annuncio di ANAC di qualche giorno fa non stupisce. Tramite la Banca Dati, che raccoglie e monitora tutti gli appalti e i contratti pubblici del Paese, Pnrr compreso, emerge una frenata dei contratti pubblici a luglio dopo l’introduzione del nuovo Codice Appalti. A un mese dalla sua applicazione, confrontando luglio con il mese di giugno 2023, ultimo regolato dal Codice del 2016, spicca un notevole calo di affidamenti. Con riferimento agli importi le forniture a luglio sono circa 1/4 di quelle realizzate nel mese di giugno. Per i lavori il calo è ancora più marcato: circa 1/7 di quelli registrati nel mese di giugno. Per i servizi poco più di 1/5.
Le ragioni sono molteplici. L’introduzione della nuova normativa ha un impatto diretto sul fenomeno. A giugno si è verificata la consueta “corsa alla gara” in modo da far rientrare più affidamenti possibile nella disciplina del precedente codice dei contratti. Tale comportamento delle Stazioni appaltanti ha “gonfiato” i dati di giugno rispetto a quelli di luglio. Anche l’introduzione del decreto legislativo n. 50 del 2016 ebbe un impatto enorme sugli affidamenti successivi. Da maggio ad agosto 2016 l’Autorità rilevò una contrazione superiore al 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Un altro fattore è l’incertezza regolatoria, in quanto l’attuazione del codice richiedeva numerosi provvedimenti, in primis le linee guida ANAC (ormai archiviate).
Per ASSORUP la frenara che potrebbe rivelarsi sistemica deve rintracciarsi anche nella scarsa competenza dei RUP i quali, al di là delle previsioni del nuovo codice, hanno visto fortemente calare le loro conoscenze sulla gestione delle gare.
Sul punto occorre essere chiari: la formazione online è divenuta il principale modello di acquisizione delle conoscenze per i responsabili unici del progetto. Dalla pandemia le stazioni appaltanti hanno chiesto a mercato ed il mercato ha ben accettato soltanto FAD o webinar. Tutti soddisfatti (per gli enti si abbattono i prezzi, per gli operatori aumentano i profitti), eccetto coloro che si devono formare: i RUP.
Non vi è più interazione con il docente che prepara la propria formazione senza riuscire a comprendere (vista la fruizione passiva dei partecipanti) se gli argomenti suscitano interesse. Soltanto una percentuale bassa dei RUP collegati interagisce con qualche domanda in chat. E, sembra una battuta ma non lo è, senza la pausa caffé il docente non riceve domande “stupide” o “spinose” che invece sono fondamentali per proseguire la lezione raccogliendo maggiormentell’interesse dell’aula.
ASSORUP è preoccupata del calo delle gare segnalato da ANAC, almeno quanto del calo delle competenze che questi anni di corsi online sta generando. Avremo generazioni di RUP non preparate che metteranno a rischio centinaia di migliaia di procedure. Ecco perché confidiamo nel nostro Training Virtuale che vuole mitigare gli effetti negativi della formazione online, con l’auspicio di ritornare a guardarsi negli occhi ed a stringersi le mani a fine lezione.