Mentre ANAC ricorda che sono previste sanzioni per il ritardo nelle segnalazioni sugli operatori economici, ASSORUP è molto più interessata a riflettere sul sistema di incentivi che potrebbe favorire tempestività e correttezza negli appalti pubblici.
Gli incentivi sono menzionati nell’art. 1 del nuovo Codice dei contratti, nel testo adottato dal Governo, con riferimento alla contrattazione collettiva che ne dovrebbe prevedere l’attuazione. L’art. 45 contiene una disciplina più completa, in parte riproducendo nell’allegato I.10 le disposizioni dell’art. 113 del D.Lgs. 50/2016 e indicando un importo in misura non superiore al 2 per cento dell’importo dei lavori, dei servizi e delle forniture, posto a base delle procedure di affidamento. Tale percentuale viene poi ripartita tra compensi integrativi (80 per cento) per il RUP e i soggetti che svolgono le funzioni tecniche nonché tra i loro collaboratori, e strumenti di produttività (20 per cento) come l’acquisto di beni e tecnologie funzionali a progetti di innovazione, formazione e coperture assicurative.
Il meccanismo per il riconoscimento degli incentivi è gestito dalla singola stazione appaltante la quale, secondo costante indicazione della giurisprudenza contabile, non può procedere all’attribuzione in assenza di un regolamento generale.
Soltanto parte delle stazioni appaltanti hanno dato seguito alla disciplina dell’art. 113 del Codice dei contratti, anche in conseguenza della complessità dell’iter determinato dall’intervento delle organizzazioni sindacali. L’incentivo è infatti una parte variabile della retribuzione del dipendente; non può essere riconosciuta ai dirigenti i quali nelle le pubbliche amministrazioni sono soggetti al D.Lgs. n. 150/2009. La grade differenza tra la nuova e la vecchia disciplina è l’esclusione dall’incentivo per l’attività di progettazione, molto spesso esternalizzata dalle amministrazioni aggiudicatrici.
Proviamo a fare una simulazione. Dalla relazione ANAC per l’anno 2021 risulta che sono stati acquisiti CIG per un importo complessivo di 199,4 miliardi di euro. Si tratta di procedure concorsuali in quanto il dato non considera l’affidamento diretto per importi inferiori a 40 mila euro. Se ciascuna stazione appaltante avesse istituito il sistema di incentivi, il RUP e gli altri soggetti coinvolti si sarebbero divisi una torta da 3.190.400.000 di euro.
Oltre 3 miliardi di euro per incentivare coloro che operano nel settore pubblico che rappresenta l’11% del prodotto interno lordo e che con circa 200 miliardi di euro consente all’economia nazionale di respirare in attesa di una ripresa che non sembra mai arrivare.
E se il sistema di incentivi venisse centralizzato riducendo gli oneri in capo alle singole amministrazioni, determinando una contrattazione nazionale in modo da rendere effettive le previsioni del codice?